Il sasso nello stagno di AnGre
“Caffè Greco” (1976) di Renato Guttuso
.
Le mummie del caffè sono rimaste
a specchiarsi nei vetri, il giorno passa
dai cavalli d’un tempo, dalle caste
fanciulle allontanate nei capelli
alle nere vetrine, a questa cassa
ch’entra ed esce da sé sui campanelli
squillanti delle somme, c’è un riflesso
veloce di riflessi e tutto è fermo
sconsolato nell’essere se stesso.
Il ricordo e l’oblio, un sole infermo
e l’eclisse che torna sulle lane
cadenti dei sepolcri, sulle vane
canizie di De Chirico dal bieco
sguardo fuggente agli ospiti del Greco.
Vorresti, tenerezza intenerita,
con la testa svogliata sopra il marmo
questo labile suono della vita
e nel silenzio l’oro dei cipressi
dipinti sulla tela, il fiume, l’armo
dei canottieri in ghingheri, gli stessi
di sempre, la panchina della nonna.
Un riso irrefrenabile di donna
che gorgheggia il suo riso, ma sparita
col suo serpente lucido di pelo.
E De Chirico…
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