Renato Guttuso, Spes contra spem (sassi di arte)


Il sasso nello stagno di AnGre

guttuso

Renato Guttuso, Spes contra spem (1982)

Olio su tela cm.300 x 350, Fondazione Francesco Pellin, Varese

“Spes contra Spem” tradotto dal latino letteralmente vuol dire “speranza contro speranza” e rappresenta, in un certo senso, l’eredità spirituale di Guttuso, che in questo dipinto mette in scena la cerimonia degli addii, fornendo forse la chiave per sciogliere gli enigmi di una vita: una stanza chiusa; gruppi di persone differentemente affaccendate; una bambina che corre; una donna nuda che si affaccia al balcone; sopra, all’esterno, le teste mostruose di villa Palagonia a dominare la scena.

guttuso - Copia

Realizzato nel 1982 a Velate, è il dipinto più importante e ambizioso dell’ultimo Guttuso e, insieme, la sua maggiore visione pittorica di quegli anni. L’impianto spaziale è decisamente scenico: una stanza con una porta-finestra aperta su un balcone sul mare in una visione mattutina, al cui interno lo spazio è come distinto in due porzioni per le situazioni differenti e…

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Mattina al Caffè Greco di Alfonso Gatto


Il sasso nello stagno di AnGre

caffe%20greco%20-%20renato%20guttuso “Caffè Greco” (1976) di Renato Guttuso

.

Le mummie del caffè sono rimaste

a specchiarsi nei vetri, il giorno passa

dai cavalli d’un tempo, dalle caste

fanciulle allontanate nei capelli

alle nere vetrine, a questa cassa

ch’entra ed esce da sé sui campanelli

squillanti delle somme, c’è un riflesso

veloce di riflessi e tutto è fermo

sconsolato nell’essere se stesso.

Il ricordo e l’oblio, un sole infermo

e l’eclisse che torna sulle lane

cadenti dei sepolcri, sulle vane

canizie di De Chirico dal bieco

sguardo fuggente agli ospiti del Greco.

Vorresti, tenerezza intenerita,

con la testa svogliata sopra il marmo

questo labile suono della vita

e nel silenzio l’oro dei cipressi

dipinti sulla tela, il fiume, l’armo

dei canottieri in ghingheri, gli stessi

di sempre, la panchina della nonna.

Un riso irrefrenabile di donna

che gorgheggia il suo riso, ma sparita

col suo serpente lucido di pelo.

E De Chirico…

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